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La Foresta Bianca:

 

“Dopo la mia disavventura nella Valle senza ritorno, ho virato verso nord, trovandomi a costeggiare una grande e densa foresta. Le fronde degli alberi toccano il cielo e il clima è molto più umido e caldo dei boschi nei pressi della Cittadella. Dopo aver proseguito ai limiti di quest’area verde per diverse miglia, ho cominciato a notare che alcune delle piante presentavano una patina biancastra, come di una crescita incontrollata di muffa. A mano a mano che andavo verso ovest, gli alberi attaccati da questo parassita erano sempre più numerosi, secchi e maleodoranti. Spinta dalla curiosità, ho lasciato il mio mezzo, inutile sul suolo irregolare e sconnesso della foresta, e mi sono addentrata tra la vegetazione. L’area bianca si estendeva per chissà quante miglia nel profondo del bosco, e da vicino era ancora più disturbante di quanto non lo fosse dall’esterno: il fungo infetta qualsiasi tipo di pianta, lasciando integro solo il duro legno degli alberi più grandi. Dove attecchisce questo parassita, di fatto, sembra non possa crescere altra vita vegetale. Sono anche rimasta stupita di non aver incontrato nessun animale durante l’attraversamento della zona colpita dal fungo. La mia previdenza nel portare con me un’arma, tuttavia, si è rivelata cruciale: poco dopo aver lasciato il limite della foresta, infatti, un insetto grande quanto un avambraccio è strisciato fuori da un tronco cavo. L’animale è schizzato in avanti come una freccia, lasciando appena il tempo di pararmi il volto con le braccia. La creatura si è arrampicata sulla canna del mio moschetto, cercando di addentarne la bocca. Ho repentinamente premuto il grilletto, facendo esplodere un colpo che ha tranciato  la testa del mio aggressore di netto. Quando mi sono chinata per esaminarne i resti, ho notato con orrore che il corpo si muoveva ancora, contorcendosi e arrampicandosi su un albero vicino. Ho fatto appena in tempo a riporre la testa in un contenitore per futuri esami, che decine di altri insetti hanno iniziato a fare capolino dai fori nei tronchi, attirati da chissà quale richiamo. Sono corsa via a gambe levate, con uno sciame assassino alle calcagna. Una volta passato il limite della foresta, mi sono voltata e ho notato che gli insetti non proseguivano: era come se fossero legati indissolubilmente alla loro terra infetta. Sconsiglio vivamente di avvicinarsi a quest’area nefasta.

 

- Estratto da Resoconto delle meravigliose avventure di Jayn, capitolo VIII- “La Foresta Bianca”

La Montagna Vivente:

 

“Appena al di sotto delle aree montuose ci sono le Steppe Meridionali, conosciute anche come Valle Senza Ritorno. L’unico elemento distintivo in questa distesa d’erba, tanto vasta che il sole pare non tramontare mai, è una montagna solitaria dagli alti picchi, di dimensioni tali da rivaleggiare con la Montagna di Fuoco. Come molti viaggiatori ignari prima di me, sono stata vittima dei trucchi della valle. Prendendo la formazione rocciosa come punto di riferimento, ho dapprima sentito una flebile musica spettrale venire come dal nulla, e la roccia prendere vita, come se danzasse a quel ritmo misterioso. La montagna è emersa dal terreno, rivelando una colossale creatura che si muoveva attraverso la valle su sei lunghe zampe, facendo tremare la terra a ogni passo. Ipotizzo che questo titano passi gran parte del suo tempo interrato, diventando parte dell’ambiente circostante e lasciando uscire solamente le alte scaglie del dorso, per questo non era mai stato identificato prima. La creatura, per qualche miracolosa concessione divina, non si è curata affatto della mia presenza. Non ero altro che un essere talmente piccolo da non risultare neanche degno di considerazione. Così è passata oltre, usando la grande testa come una vanga per inghiottire un’immensa quantità di terra. Durante il suo passaggio ho avuto modo di intravedere quella che sembrava un’enorme città tra le alte scaglie della bestia, scavata nella sua pelle. Che degli esseri umani abbiano eletto la creatura come loro dimora? Immagino che per l’animale la presenza di persone sulla sua schiena sia alla stregua di quella di minuscoli insetti. Mi chiedo quale tipo di popolo possa essere così impavido da colonizzare un tale colosso. Ma tutto ciò è talmente folle che temo di essere solamente l’ultima di una lunga fila di persone ad essere stregata dalla Valle.”

 

- Estratto da Resoconto delle meravigliose avventure di Jayn, capitolo IV - “La Montagna Vivente”

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